Quando Sadie Riggs, 15 anni, si è tolta la vita, la sua famiglia è rimasta completamente devastata.
È difficile immaginare come qualcuno dell’età di Sadie possa essere abbastanza depresso da commettere un’azione così drastica.
La sua famiglia però sapeva perché si è uccisa e voleva rendere chiaro chi fosse da incolpare.
Nella prima parte del necrologio hanno seguito il solito schema: hanno descritto Sadie e cosa le piaceva. Hanno detto che giocava a softball e amava leggere e disegnare. Poi però hanno preso una piega diversa e si sono distaccati dalla tradizione…
In un messaggio molto sincero, la sua famiglia ha descritto esattamente chi fosse da incolpare per la sua morte:
“Tentando di sfatare i pettegolezzi sulla morte di Sadie, vorremmo condividere queste informazioni. Sì, Sadie si è uccisa impiccandosi. È difficile immaginare che una persona così giovane avesse così tanti problemi. Sadie stava cercando aiuto, stava andando dallo psicologo e prendeva delle medicine, ma era comunque troppo da sopportare per la sua giovane anima. Se prendete un minuto per guardare alle dinamiche della famiglia di Sadie, vedrete che una grande percentuale delle persone nella sua vita non erano suoi parenti di sangue; infatti Dio ce l’ha mandata sapendo che la bambina aveva bisogno di una famiglia.
Sadie ha avuto una vita dura e, fino ad un recente incidente avvenuto a scuola, è riuscita a gestire tutto ciò che la vita le ha messo davanti. Per una ragazzina che era così felice di andare a scuola, le cose sono sicuramente andate molto male. A tutti i bulli coinvolti in questo fatto, sappiate che siete stati voi a farle sentire di non valere niente. Ora la questione è tra voi e Dio, ma sappiate che non è ancora troppo tardi per cambiare strada.”
La sua famiglia ha continuato il necrologio soffermandosi sulla sofferenza delle persone vittime di bullismo:
“A tutti i bulli là fuori, vorremmo farvi sapere che per quanto disprezziamo le vostre azioni, mai e poi mai vorremmo che provaste la sensazione che stiamo provando noi ora, un dolore così forte che rende difficile anche il semplice atto di respirare, né il senso di colpa che ci fa chiedere a noi stessi cosa avremmo potuto fare diversamente – né il dolore nel ricordare le ultime parole che abbiamo detto…”
Poi hanno concluso con parole di speranza:
“Al posto dei fiori, la famiglia di Sadie chiede che siate buoni gli uni con gli altri.”
Purtroppo Sadie non è soltanto un caso isolato. Stando a quanto detto da bullyingstatistics.org il suicidio è la terza causa di morte tra i giovani e almeno la metà dei casi hanno a che fare con il bullismo.
Non smetteremo di condividere storie come questa finché il bullismo non verrà fermato.
Potremmo iniziare a cambiare la situazione oggi dando il buon esempio. Trattate la vostra famiglia, amici e colleghi con rispetto, gentilezza e affetto.