Autista per consegne nero sostituito da dipendente bianco dopo che donna razzista afferma che è suo diritto

Se c’è qualcosa che nelle ultime settimane è stato reso chiaro come il sole, è che negli Stati Uniti c’è ancora un grandissimo problema con i pregiudizi razziali.


La morte di George Floyd, avvenuta prima di quelle di Ahmed Argery e Breonna Taylor, è stata null’altro che un campanello d’allarme.


Eppure, la discriminazione contro le persone nere causata dal colore della loro pelle è una piaga che ci perseguita da secoli. L’idea che il razzismo non sia più un problema radicato non è soltanto semplicemente ingenua… ma anche stupida.

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Una persona che lo sa benissimo è Marcus Bradley, uomo che è sempre stato orgoglioso di fare il suo lavoro ad un altissimo livello. Lavorava come autista per consegne per la catena di ferramenta Lowe’s di Danville, in Virginia, da più di dieci anni.


Ma poi un giorno, nel 2015, Marcus è stato soggetto di un reclamo da parte di una cliente. Secondo le notizie, Marcus stava svolgendo un lavoro che doveva completare in due parti. La prima lo ha visto lasciare un carico di articoli in una determinata casa, prima di tornare al negozio per prendere il resto dell’ordine.


Mentre tornava al negozio dopo aver consegnato la prima parte dell’ordine, ha ricevuto una telefonata del suo capo. Gli ha detto che non doveva tornare in quella casa per la seconda consegna. Quando ha chiesto perché, ha ricevuto una risposta scioccante.


Marcus ha raccontato: “Gli ho chiesto perché non potessi farlo e lui mi ha detto: ‘Perché sei nero e in quella casa non ti vogliono’.”

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Un suo collega, Alex Brooke, era assieme a lui sul camion delle consegne quando è arrivata la notizia. Anche lui è rimasto stupito, non solo dal razzismo della cliente, ma anche dal fatto che il capo avesse acconsentito alla sua richiesta.


“Secondo me non è giusto che l’azienda in cui lavoriamo assecondi i desideri della donna,” ha detto Alex.


Quando i due colleghi sono tornati in negozio, hanno parlato con il capo, ma Marcus è stato comunque rimpiazzato da un autista bianco per la seconda parte della consegna.


Alex non voleva. Si è rifiutato di tornare in quella casa senza Marcus. A quel punto il capo ha rimproverato Alex e ha inviato due autisti diversi.

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Naturalmente, l’incidente ha sconvolto Marcus. Lui credeva che il suo capo si sarebbe schierato dalla sua parte se mai ci fossero stati commenti razzisti. Ma si sbagliava.


Secondo le notizie, una squadra locale ha indagato sulla faccenda. Hanno intervistato la donna che ha sporto il reclamo, ma lei è rimasta ferma nella sua decisione di discriminarlo.


“No, non mi sento male per quello che ho detto,” pare che abbia detto la donna.


Durante la disavventura, la catena Lowe’s ha emesso una dichiarazione riguardo la ridicola decisione del capo. Dice: “Un reclamo discriminatorio non va onorato in nessuna circostanza in quanto in disaccordo con i nostri valori di diversità e integrazione e avrebbe dovuto essere rifiutato.”


Notizie confermano che il manager non lavora più per l’azienda, che è il minimo che potessero fare per proteggere i diritti e l’integrità di Marcus.

Questa è una storia un po’ vecchia, ma è ancora attuale come il giorno in cui è avvenuta, dato poi quello che sta succedendo in questo momento negli USA.


L’idea che nel 2020 esista ancora il razzismo fa venire il voltastomaco. Sapere che una persona possa essere maltrattata per il colore della sua pelle dovrebbe essere sufficiente a farci vergognare per la nostra società.


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