Heather è una madre surrogata che ha partorito 4 figli non suoi – ”adoro essere incinta”

Essere genitori è davvero sensazionale e quasi difficile da spiegare a chi non l’ha mai provato.

Un bambino ti porta a vedere il mondo in maniera diversa, con una prospettiva e filosofia differente rispetto a quella che si aveva prima.

La gravidanza è parte naturale del ciclo della vita che molti di noi non vedono l’ora di poter provare.

Ci sono moltissime storie che riguardano coppie che, per un motivo o per l’altro, non possono concepire ma vogliono comunque avere l’esperienza di un figlio proprio.

Questa è infatti la storia di una coppia gay italiana che, grazie a una madre surrogata americana, ha esaudito il sogno di essere genitori.

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Heather è una donna americana che affitta il proprio utero per professione. La donna infatti ha già aiutato altre due coppie gay a diventare genitori e ha partorito due gemelli in entrambe le gravidanza ”in affitto.”

In totale Heather ha partorito 7 figli, 3 suoi e 4 per altre due coppie. Una di queste coppie sono due italiani, Cristiano e Giorgio, padri di due bambine con i quali la donna ha un buon rapporto.

Alla domanda del perché abbia scelto di diventare una madre surrogata, Heather ha la risposta chiara e semplice:

Al Corriere infatti racconta che: ”Inizialmente mi sono detta: wow, che eccezionale esperienza che potrebbe essere! Ho sempre amato i bambini e adoro essere incinta.”

Il motivo di Heather è principalmente legato al fatto di voler aiutare le coppie a poter diventare genitori, che siano bianche, nere, gay o etero.

Come funziona dunque il procedimento di maternità surrogata?

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Heather racconta che inizialmente tramite un’agenzia si firma un contratto e, così dicendo, informa dunque che i compensi che la donna ha ricevuto non sono stati con le famiglie e le cifre sono state diverse per le sue due esperienze.

Il compenso è una sorta di ”rimborso mensile”, una somma di denaro che andrebbe a coprire le spese mediche, di cibo, vestiti e il mancato guadagno durante la surrogazione.

Dopo il parto, i bambini vengono subito affidati ai genitori, e Heather nello specifico racconta di non aver mai dormito con i bambini, di non averli nutriti o cambiato il pannolino.

La donna fa un esempio, paragonando la gravidanza all’asilo nido che aveva in casa, parlando di come lei se ne occupasse fino a quando i genitori non venissero a prenderli.

”Per me essere una madre surrogata è una cosa simile, sono il loro asilo nido per nove mesi. Non sono parte di me, non era mio l’ovulo, né l’embrione” afferma Heather.

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Quando le viene chiesto se lo facesse per soldi, Heather spiega che non ci si arricchisce facendo da madre surrogata e che è un percorso lungo e impegnativo.

Infine alla donna viene chiesto il suo parere se sua figlia in futuro volesse intraprendere lo stesso percorso della mamma, lei risponde ”Spero tanto che lo faccia. Ha un gran cuore, sarei fiera di lei”.

Auguriamo il meglio a Heather e a Cristiano e Giorgio con i loro bimbi!

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