Invecchiare dovrebbe essere un processo semplice e senza troppi problemi che ci affliggono, oltre a quelli legati alla salute.
Una delle paure più grandi di questo evento è l’essere soli, il non ricordarsi più delle persone e dei posti che amiamo.
Ancor più terribile è la paura di dover vivere il resto del poco tempo che ci resta chiusi in una casa di riposo.
Questa paura era purtroppo diventata realtà per Ines, una signora di 81 anni, che un giorno ha scelto di fuggire dalla struttura dove viveva…
Questa storia all’apparenza incredibile è accaduta di recente a Faenza, dove Ines (nome di fantasia), chiamata ”Bice”, ha deciso di pianificare la sua fuga dalla casa di riposo nella quale viveva dall’Agosto 2022.
La storia è stata raccontata dal Corriere Romagna e si è diffusa a macchia d’olio nel giro di pochi giorni, attirando i commenti e il supporto di una nazione intera.
Sembrerebbe quasi la trama di un film di Hollywood ma la storia è reale quanto la problematica che presenta di storie di vita di molti anziani rinchiusi in case di riposo contro la loro volontà, alla ricerca di libertà.
Pianificava la fuga da giorni
Bice, una signora di 81 anni ex direttrice delle Poste è ancora piena di vita e di energia e aveva pianificato ogni passo della sua fuga perfetta.
Da ogni possibile variante fino ai dettagli di cosa avrebbe portato con sè e il suo look per scappare. L’anziana aveva deciso di tornare ai luoghi della sua gioventù spensierata.
Ha dato via al piano dopo che il personale si era distratto un attimo ed è riuscita a uscire dal retro della struttura subito dopo colazione, armata della sua borsetta e della sua agenda piena di indirizzi e numeri importanti.
Come riportato, Ines si sarebbe poi recata presso la stazione della città e salita su un treno verso Rimini, con fermata a Bellaria Igea Marina.
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Una volta arrivata a destinazione, si reca presso l’Hotel Flora, struttura dove Bice aveva trascorso le vacanze di famiglia da giovane, tantissimi anni fa.
Bice inizia a suonare più volte il campanello, chiedendosi come mai non ci fosse alcuna risposta e dopo un po’ sono arrivati i titolari che abitano proprio sopra l’albergo che le hanno dato la triste notizia: l’hotel era chiuso.
La nonnina a questo punto avrebbe avuto in teoria due opzioni, o viaggiare ”nella favolosa Lisbona, in Portogallo”, dove aveva trascorso del tempo in villeggiatura, o andare a casa di una zia che viveva su un’isola lontana.
Cerca rifugio in chiesa
Tuttavia, sarà perché stanca ed affaticata da questa fuga intensa, Bice decide invece di andare in chiesa, dove ha raccontato la propria storia fatta di sofferenza e tristezza rinchiusa nella casa di riposo, dove a suo dire anche il cibo che le veniva servito non aiutava a farla stare bene, con tutte le ”minestrine annacquate, mele cotte e prosciutto di cent’anni fa”.
Il parroco però era stranito dal racconto della signora, in quanto Bice appare curata, ben vestita e non mostrava alcun segno di abuso e malessere fisico. Così il parroco ha scelto di informare le forze dell’ordine che hanno avvertito la struttura e l’amministatrice di sostegno che l’aveva in cura, nonostante Ines avesse chiesto più volte di non dire loro dove si trovasse.
Di conseguenza, è stata tranquillizzata e fatta salire in ambulanza, e successivamente portata verso un posto sicuro, dopo che i medici della Rsa avrebbero detto che l’anziana non sarebbe sempre lucida e soffrirebbe di diverse problematiche.
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Inoltre, il malessere che l’anziana provava nella casa di riposo non era unicamente legato al menù servito, infatti lei racconta di notti insonni dove la gente ”grida invocando la madre o gli angeli”.
”Io voglio vivere e morire dove mi pare” ha raccontato in un’intervista alla Vita in Diretta.
Un’anziana terribilmente sola
Bice è anche afflitta dalla solitudine enorme di una madre piena di dolore che prova a chiamare i suoi figli, coi quali al momento non ha più alcun rapporto, ma che le buttano giù il telefono e non vogliono sentirla.
”Le Rsa sono luoghi che ti risucchiano la vita o quel che ne resta” ha detto Bice
L’anziana ha inoltre tristemente aggiunto: ”Meglio la strada, anzi la morte. Rivoglio la mia libertà”.
L’appello dell’anziana alla Vita in Diretta arriva chiaro e forte: ”L’unico mio intento è quello di dimostrare che io ce la faccio da sola”.
Il suo unico desiderio è di poter vivere per conto suo e soprattutto come desidera, di poter passeggiare, uscire e fare quelle attività normali che facciamo tutti quando vogliamo ma che lei non può più fare.
Qui sotto potete vedere un’intervista a Bice:
Una storia che fa riflettere. Nessuna persona dovrebbe vivere in una casa di riposo contro la propria volontà. Vogliamo dunque augurare il meglio alla Sig.ra Bice, speriamo che possa un giorno essere serena e felice!
Cosa ne pensate? Fateci sapere nei commenti su Facebook e condividete la storia di Bice affinché più persone ne vengano a conoscenza.