Bracconiere di rinoceronti trovato morto calpestato da un elefante e mangiato dai leoni

Madre natura trova sempre il modo di rispondere.


Secondo il New York Times, un bracconiere a caccia di rinoceronti al Kruger National Park (KNP) in Sudafrica è stato calpestato da un elefante e poi mangiato dai leoni.


Pare che un bracconiere, assieme a tre complici, fossero a caccia di un rinoceronte molto raro. Invece uno di loro ha trovato la morte.

Secondo le notizie, la famiglia del deceduto è stata informata dai suoi compagni bracconieri con una telefonata. Tuttavia, quando le autorità del parco hanno avviato un gruppo di ricerca per verificare quelle affermazioni, non hanno trovato nulla.


In seguito, sono riusciti a trovare quello che sembrava essere un teschio e un paio di pantaloni. Ma non c’erano altri resti.

Pixabay

In una dichiarazione rilasciata dalla polizia sudafricana, è stato confermato il ritrovamento della testa smembrata del bracconiere e di alcuni indumenti.


La dichiarazione dice: “È stato ritrovato un teschio umano al Kruger National Park (KNP). Pare sia quello di un uomo ucciso da un elefante mentre faceva bracconaggio con tre complici.


La polizia ha ricevuto informazioni riguardanti tre bracconieri al KNP il 1 aprile 2019. Improvvisamente, un elefante li ha attaccati e ha ucciso uno di essi.”

Wikimedia Commons

I complici dell’uomo sono stati arrestati. La dichiarazione della polizia conferma che agli uomini, di età compresa tra i 26 e i 35 anni, sono stati sequestrati fucili e munizioni.


Molti giorni dopo la morte del bracconiere, i ranger del parco sono finalmente riusciti a ritrovare il suo corpo. Tuttavia, era stato mangiato da un branco di leoni.


La perdita di una vita umana è sempre triste, ma è inevitabile che succedano cose come questa quando si invadono terre selvagge. Chiunque tenti di fare del male agli animali nel loro ambiente naturale dovrebbe essere pronto ad affrontarne le conseguenze.


Se odiate il bracconaggio e pensate che dovrebbero esserci delle punizioni severe per chi lo pratica, condividete l’articolo su Facebook.

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