Gruppo di motociclisti arriva in città per cercare adolescente vittima di bullismo

Purtroppo il bullismo è un problema molto più grande di quanto si pensi.

Quando questa forma di tortura mentale affligge i più giovani è ancora più straziante.

Zane Omlid lo sa fin troppo bene. I suoi compagni di classe non facevano altro che prenderlo in giro e dargli tanti soprannomi orribili.

A volte lo hanno perfino picchiato. I genitori hanno dichiarato che il figlio è stato spinto, assalito e anche che gli hanno scritto sulla pelle con i pennarelli per la lavagna.

Tuttavia sembrava non interessare a nessuno.

Un giorno però un gruppo di motociclisti è arrivato in città per mettere a posto le cose.

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Il tredicenne Zane Omlid ha subito la crudeltà dei bulli della scuola che lo hanno torturato negli ultimi due anni. Frequenta le medie in Minnesota.

Molte scuole hanno delle politiche che comportano la sospensione degli studenti che vengono scoperti a fare i bulli con gli altri, ma purtroppo la scuola di Zane non è tra queste.

Un gruppo di motociclisti ha sentito parlare della sua situazione. Non hanno perso tempo e si sono recati nella sua città.

Un giorno, il gruppo di motociclisti noto come “Syd’s Angels: Bikers against bullies” si sono presentati fuori casa di Zane.

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Per molte persone hanno un aspetto pauroso, ma in realtà sono proprio l’opposto. Il gruppo di motociclisti voleva far sapere a Zane che non è solo, che ha amici dalla sua parte e che gli guardano le spalle.

Il fondatore del gruppo, Greg Carson, un motociclista calvo, tatuato e vestito di pelle, è arrivato lì e ha urlato: “Stiamo cercando un tredicenne che si chiama Zane!”

Ha chiesto al ragazzo di uscire di casa per conoscerli, poi gli ha regalato una maglietta e hanno parlato insieme.

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Zane è uscito a conoscere i motociclisti assieme a sua madre.

Il gruppo, che certamente si fa notare, ha fatto un giro in tutto il vicinato assieme a Zane. Lui è stato molto felice quando gli hanno assicurato che chiunque fosse a prenderlo in giro sicuramente non lo avrebbe più fatto.

Zane gli è stato molto grato ed ha abbracciato tutti.

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I Syd’s Angels: Bikers against bullies sono un gruppo formato nel 2016, dopo che i membri hanno sentito parlare di una ragazzina che si chiama Sydney, vittima di bullismo. Un giorno è stata portata nel bosco.

Due ragazze di 19 e 15 anni hanno iniziato a picchiarla mentre un’altra le filmava. In seguito hanno caricato il video su Facebook e YouTube.

Il video è diventato virale. Ben presto è stato visto da dei motociclisti locali che hanno deciso di mettere fine a quell’oltraggio.

Volevano far capire ai ragazzini che essere vittime di bullismo non va bene e che non devono affrontare i loro tormentatori da soli.

Speriamo che aver visto i motociclisti abbia dato il risultato sperato e che abbia fatto capire ai tormentatori di Zane cosa voglia dire sentirsi minacciati e impauriti.

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“Oggi è solo l’inizio,” ha detto Greg Carson a Zane. “Ti vogliamo bene, non ti conosciamo ma ti vogliamo bene.”

Sua madre si è commossa molto quando ha conosciuto i motociclisti. Quella dichiarazione di solidarietà ha dato a Zane più sicurezza e la spinta che gli serviva.

Ora i bulli sanno che il loro comportamento è stato notato.

Sembra che quell’incontro abbia avuto effetto, perché oggi Zane a scuola è molto più felice.

Ha mantenuto i contatti con Greg.

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Negli Stati Uniti ogni 7 minuti un bambino viene preso di mira dai bulli. Un terzo degli studenti delle scuole ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo nell’ultimo anno, come detto da un articolo di YouthTruth.

Come mostrano anche le statistiche, purtroppo oggi con internet è diventato semplice fare i bulli anche attraverso questo mezzo. Ciò rende difficile agli insegnanti e alle scuole fare qualcosa.

Secondo noi tutti quanti dovremmo insegnare ai nostri figli che fare i bulli non va bene.

Ci sono giovani che si suicidano a causa del bullismo e a volte si può anche trasformare in gravi atti di violenza nelle scuole. Le persone che si fanno avanti per fermare questo problema sono molto importanti per la nostra società.

Persone come questi motociclisti vanno elogiati per quello che fanno.

Dovremmo tutti iniziare a fare caso ai bambini della nostra zona che sono vittime di bullismo e anche assicurarci che tra i bulli non ci siano i nostri figli.

Condividete questa storia se siete d’accordo.