Se si ha l’influenza, la polmonite o il cancro, per le altre persone è facile capire che stiamo male.
Le malattie mentali invece sono più difficili da notare; malattie come l’ansia non sempre si manifestano al di fuori, ma non sono così insolite o banali.
In tutto il mondo, circa il 40% delle disabilità sono dovute alla depressione e all’ansia, come ha detto la World Health Organization.
Solitamente le persone che soffrono di ansia cercano di nasconderla e mantenerla un segreto. Quando poi si aprono e lo dicono a qualcuno, per loro quella persona diventa una delle più importanti del mondo, la loro persona.
Per Nikki Pennington, questa persona era sua madre.
La straziante storia di Nikki è una storia che varrebbe la pena di leggere. È molto toccante e speriamo che tutti voi la leggiate fino in fondo.
Nikki ha scritto su Facebook:
“L’ansia fa parte della mia vita da sempre. È con me da così tanto tempo che davvero non riesco a ricordare un momento in cui non l’abbia avuta.
Se anche voi soffrite di ansia, allora sapete che si ha sempre una persona speciale. Quella persona che sa esattamente come aiutarvi a calmarvi in mezzo a un attacco.
Per me quella persona era mia madre. Sapeva esattamente cosa dirmi, come dirmelo e il momento giusto per farlo, per aiutarmi a tornare alla realtà. Le sue parole e il suo conforto erano sempre più forti della mia ansia. Ho sempre pensato che sarebbe stata sempre con me per essere la mia persona ma poi è cambiato tutto.
Qualche settimana dopo essermi sposata, ho avuto un attacco di ansia e ho detto a mio marito: ‘Devo chiamare mia madre’.
Lui mi ha risposto: ‘Perché non ne parli con me invece? Fammi provare e vediamo se ci riesco anche io.’
Allora gli ho dato la possibilità di provare ad aiutarmi ed è stato come se stessi parlando con mia madre, come se stessi parlando con la mia persona.
Le telefonate a mia madre hanno iniziato a diradarsi sempre di più. Lei non mi ha mai chiesto perché, neanche una volta.
Questo perché le mamme come la mia sono davvero rare.
Il giorno in cui mia madre è morta ho telefonato a mio marito. Gli ho detto: ‘La mia persona se n’è andata. Colei che mi conosceva e mi amava con tutti i miei difetti. L’unica persona che riusciva a calmare le mie paure se n’è andata.’
Lui ha iniziato a raccontami una storia su mia madre. Una storia che non sapevo perché lei non voleva che la sapessi.
Il giorno del mio matrimonio mia madre ha dato a mio marito un biglietto. Un biglietto destinato soltanto a loro due. Il titolo del biglietto diceva: ‘Come essere la persona di Nikki’.
Era una guida passo dopo passo su tutto ciò che lei diceva e faceva per me quando venivo presa dall’ansia.
Passo 1: ascoltala
Passo 2: ascoltala ancora un po’
Passo 3: non tentare di risolvere il problema
Passo 4: dille che la capisci
Passo 5: continua ad ascoltarla finché non ha risolto da sola. Perché lo risolverà da sola, lo fa sempre. Lei ancora non lo sa, ma ha sempre risolto tutto da sola.
Mia madre ha smesso di essere la mia persona non perché lo volesse, ma perché voleva che mio marito sapesse cosa fare quando lei non ci sarebbe stata più.
Mia madre ha smesso di essere la mia persona per essere certa che ne avessi una in ogni caso.
Bene mamma, tu continuerai a essere comunque la mia persona, per sempre.”