Ci sono quelle notizie che non vorresti mai sentire. Che ti strappano l’anima lentamente, e che vorresti solo che fosse tutto un brutto incubo.
Un brutto incubo da dimenticare e da non pensarci mai più, preso e distratto dai tuoi impegni di vita quotidiana.
La storia di Andrea, di soli 14 anni, mi ha spezzato il cuore. Perché non si dovrebbe morire così giovani, con tutta la vita davanti.
Specialmente non mentre si sta facendo qualcosa che si ama, qualcosa che ti fa stare bene.
Andrea Demattei era un ragazzo come tanti altri, di soli 14 anni, di Sestri Levante, in provincia di Genova.
Il ragazzo si trovava a Chiavari, dove stava pagaiando nel fiume Entella con il suo team e il suo istruttore, secondo quanto riportato dal Mattino. Pare che però Andrea avrebbe perso il controllo della canoa e di conseguenza fosse stato trascinato dalla corrente del fiume fino a farlo scontrare contro un tronco.
Secondo la Gazzetta, Andrea era da sempre appassionato di canottaggio ed era anche membro della associazione dilettantistica sportiva Shock Waves Sport, di Sestri Levante.
Il colpo è stato per il ragazzo problematico poiché lo avrebbe reso prigionero della sua canoa, capovolta sott’acqua a seguito di questo colpo violento.
Andrea però ha continuato a lottare, come riporta uno zio in un post su Facebook: ”Ci tenevo a precisare che Andrea è stato un leone ed ha combattuto in acqua per un tempo infinito, con lui , il suo istruttore, al quale va tutta la nostra riconoscenza; tenendogli la testa fuori dall’acqua, lo ha difeso dalla possibilita di bere. ”
L’articolo prosegue sotto la foto:
Le operazioni di soccorso, arrivate subito dopo, sono però state difficili, vista la necessaria immersione e l’utilizzo della motosega per riuscire a portare il giovane fuori dalle acque.
Andrea è stato portato d’urgenza in elicottero al Gaslini di Genova. Le condizioni del giovane però erano ormai disperate, e dopo quattro giorni di ricovero e rianimazione non ce l’ha fatta, ed è venuto purtroppo a mancare lunedì.
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L’ospedale avrebbe comunicato le proprie condoglianze affermando: ”Il personale che si è preso cura del ragazzino esprime e la Direzione esprimono grande cordoglio per la perdita di questa giovane vita. Sono state anche avviate le procedure per l’espianto degli organi. Enorme riconoscenza va alla famiglia che ha espresso il forte desiderio di donare i suoi organi”.
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Uno zio ha espresso il proprio dolore in un post su Facebook, scrivendo: ”Andrea è volato nel paradiso delle belle creature. Qui giù, per la sua famiglia, per me e per tutti i parenti, e per gli amici è rimasto solo dolore, sgomento, disperazione per la perdita di ragazzino meraviglioso.”
Il come siano stati effettuati i soccorsi è però qualcosa che la famiglia di Andrea vuole che venga investigato, infatti secondo la famiglia :”non ci sarebbe stato alcun coordinamento. Forse se avessero agito diversamente le condizioni di Andrea non sarebbero state così disperate”.
Uno dei suoi zii afferma infatti in un post su Facebook che ”Andrea è arrivato al Gaslini senza bere una goccia d’acqua e con tutte le ossa integre senza un minimo di trauma fisico. Andrea è morto di freddo. La sua anima è volata via sul fiume e non all’ospedale.”
Al momento dunque verranno disposti accertamenti dal pubblico ministero per capire meglio se effettivamente ci siano delle responsabilità da attribuire ai soccorsi.
Siamo veramente distrutti da questa storia tragica. Andrea è volato via troppo presto.
Vogliamo mandare le nostre più sentite condoglianze alla famiglia e a tutti coloro che hanno conosciuto Andrea, che riposi in pace, ovunque egli sia.
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