Atleta con hijab elogiata per aver sfidato “Francia xenofoba” sul podio olimpico

Sifan Hassan, atleta del Team Olanda, ha raccolto l’ammirazione di tutti dopo la sua incredibile performance alle Olimpiadi di Parigi 2024. Ma anche per la sua decisione di indossare l’hijab durante la cerimonia finale delle medaglie, domenica 11 agosto.

La vittoria della Hassan nella maratona femminile, ottenuta con uno straordinario sprint negli ultimi 250 metri, le ha assicurato la medaglia d’oro con un tempo record di 2:22:55.

Tuttavia, è stata la sua scelta di indossare l’hijab durante la cerimonia, di fronte ai controversi divieti della Francia, a catturare l’attenzione mondiale.

La Hassan ha condiviso il momento memorabile sul suo Instagram, postando una serie di foto della cerimonia di consegna delle medaglie. L’atleta 31enne è salita con orgoglio sul podio insieme all’etiope Tigst Assefa, che ha conquistato l’argento, e alla keniana Hellen Obiri, che ha ottenuto il bronzo.

Fonte: Jamie Squire / Getty.

Al di là dei suoi risultati atletici, la decisione di Hassan di indossare l’hijab, ha attirato un’attenzione significativa. L’hijab è un velo indossato da alcune donne musulmane come segno di modestia e osservanza religiosa. Anche se non l’ha indossato durante la gara, la sua scelta di indossarlo durante la cerimonia ha risuonato con molti.

Un utente di Instagram ha commentato: “L’ultima medaglia di Parigi 2024 è una donna che sceglie di indossare l’hijab. L’ironia di questo fatto in un Paese ospitante che vieta l’hijab nello sport è incredibile”.

Un’altra persona ha scritto: “Che ironia! Uno schiaffo alla Francia xenofoba, che ha impedito ai propri atleti di partecipare a causa del loro hijab”. Ed ecco Sifan che riceve con orgoglio la sua medaglia d’oro indossando il suo hijab. FANTASTICO!”.

Il sentimento è ripreso da altri, con un utente che ha esclamato: “UNA TALE DICHIARAZIONE INDOSSANDO L’HIJAB, GRAZIE SORELLA”.

La controversia sul divieto di indossare l’hijab nello sport in Francia è un argomento molto sentito prima delle Olimpiadi. Lo scorso settembre, il ministro francese dello Sport Amelie Oudea-Castera ha annunciato che le atlete che avrebbero rappresentato la Francia ai Giochi di Parigi non avrebbero potuto indossare l’hijab, in linea con i rigidi principi di laicità del Paese. Secondo The Express, le atlete potevano indossare l’hijab in pubblico e nel villaggio olimpico, ma non potevano farlo durante le gare.

Amelie Oudea-Castera. Fonte: Chesnot / Getty.

Il divieto ha suscitato reazioni negative, con organizzazioni come la Federazione sportiva di solidarietà islamica che lo hanno condannato in quanto contraddittorio con i principi olimpici di uguaglianza e inclusione. Anche Amnesty International ha criticato il divieto, definendolo “discriminatorio” e “ipocrita”, soprattutto alla luce del fatto che le Olimpiadi del 2024 sono state pubblicizzate come i primi Giochi della parità di genere. La controversia ha evidenziato la continua tensione tra le leggi francesi sulla laicità e l’espressione religiosa.

Nonostante il divieto, il Comitato Olimpico Internazionale ha permesso alle atlete di altri Paesi di indossare l’hijab, lasciando la decisione alle singole federazioni sportive. Per questo motivo, atleti come Sifan Hassan e la pugile australiana Tina Rahimi sono stati visti indossare l’hijab durante i Giochi.

La vittoria di Hassan nella maratona ha coronato una straordinaria corsa olimpica, durante la quale ha conquistato anche il bronzo nei 5.000 e nei 10.000 metri. Questa impresa l’ha resa la prima atleta, dopo il corridore ceco Emil Zatopek nel 1952, a vincere una medaglia in tutte e tre le discipline di lunga distanza in un’unica Olimpiade.

Riflettendo sul suo risultato, Hassan ha dichiarato: “Mi sembra di sognare. Alla fine ho pensato: ‘È solo uno sprint di 100 metri. Forza, Sifan. Un altro. Sentilo, come chi fa uno sprint di 200 metri”.

Il viaggio di Hassan verso la gloria olimpica è straordinario. Nata ad Adama, in Etiopia, è fuggita nei Paesi Bassi all’età di 15 anni come richiedente asilo. Il suo talento è stato subito riconosciuto dal team di allenatori dell’Eindhoven Atletiek, e ha portato a una carriera ricca di storia che ora ha inciso il suo nome nella storia delle Olimpiadi.

La sua scelta di indossare l’hijab durante la cerimonia delle medaglie non solo ha messo in risalto la sua abilità atletica, ma ha anche fatto una dichiarazione forte sull’identità culturale e religiosa sulla scena mondiale. Che eroina!

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